LE ERBE SELVATICHE COMMESTIBILI E CURATIVE

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Di seguito aggiunger varie erbe curative

Alchemilla vulgaris L. pianta Alchemilla
Cresce nelle zone montane dellʼEuropa, Asia boreale ed America del Nord. La parte
utilizzata è rappresentata dalla pianta intera. I suoi principali costituenti sono: tannini, olio
essenziale, principio amaro, acido salicilico in tracce. La pianta è dotata di ottime proprietà
antinfiammatorie, astringenti, spasmolitiche, cicatrizzanti ed antidiarroiche. Trova impiego
nelle forme lievi di diarrea aspecifica e nelle coliti grazie allʼattività astringente svolta
dallʼimportante presenza di tannini. Lʼazione sedativa, inoltre, la rende disponibile in tutte
le forme di colon irritabile.
Alga Kelp pianta Kelp
Alga appartenente alla famiglia delle Laminarie, cresce lungo le coste del Pacifico
orientale e lungo le coste continentali dellʼemisfero australe. Contiene moltissimi minerali,
vitamine, oltre ad altri principi attivi quali: manitolo, laminarina, alguloso. È molto utile nel
trattamento dellʼobesità, nellʼipercolesterolemia, linfatismo; ha una notevole azione
stimolante dei ricambi delle ghiandole endocrine, della circolazione e riequilibrante

Lamium hybridum Vill., Lamium purpureum subsp. incisum (Willd.) Pers.

Lamiaceae

Falsa ortica purpurea, Lamio purpureo, 
Forma Biologica: . Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 10-20 cm, assai polimorfa, a radice gracile e fibrosa e con fusti semplici o ramificati alla base, eretti o prostrato-ascendenti, spesso arrossati, a sezione acutamente tetrangolare e talora radicanti ai nodi.
Foglie tutte picciolate, peloso-pubescenti, opposte, a lamina (1-3 x 1-4 cm) cuoriforme, irregolarmente dentato-crenulata al margine; le cauline medie poche, lungamente picciolate (1-4 cm), le superiori spesso violaceo-purpuree, ravvicinate e appressate all'apice sotto l'infiorescenza. Tutta la pianta se viene strofinata emana un odore forte e sgradevole.
Fiori ermafroditi, zigomorfi, disposti in densi verticillastri apicali.
Calice (5-6 mm) con tubo di 3-4 mm e con denti acuti e pelosi, patenti e accrescenti dopo l'antesi.
Corolla (10-18 mm) purpureo-violacea, pubescente, con tubo diritto, più lungo del calice e con un anello di peli all'interno; labbro superiore intero, concavo; labbro inferiore con due lobi laterali minuti, lineari; il lobo mediano con macchie scure. 
Stami 4, antere con un ciuffo di peli. Ovario supero 4-loculare.
Il frutto è formato da quattro nucule (tetrachenio) trigone, troncate all'apice.
Antesi: marzo÷ottobre
Habitat: Campi, orti, vigneti, ruderi, bordi stradali, incolti, spesso infestante, da 0 a 1500 m s.l.m..Proprietà ed utilizzi:   Specie commestibile officinale

Lamium purpureum ha proprietà depurative, astringenti, antiemorragiche, vulnerarie, antispasmodiche, espettoranti, analoghe ad altre specie del genere.
In passato veniva anche utilizzata come erba cotta per minestre e ripieni.


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Principali Fonti
Conti, F., Abbate, G., Alessandrini, A., Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. II), Edagricole, Bologna, 1982
J.-C. Rameau; D. Mansion; G. Dumé; C. Gauberville -Flore forestière française (vol. 3), Institut pour le développement forestier, AgroParis Tech-ENGREF, 2008
Tutin T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press 
Flora Iberica
Zangheri, P. - Flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
 

crespigno

portulaca


 

Le erbe benefiche dei nostri prati

La perdita di biodiversità, oggi è considerata una delle grandi emergenze del mondo contemporaneo. La perdita di specie e la diminuzione della funzionalità degli ecosistemi, dovuti alle sempre più impattanti attività umane, sono processi destinati a produrre effetti oggi difficilmente calcolabili sulla qualità della vita di tutti noi. Le nuove generazioni non conoscono le preziose proprietà di alcune piante spontanee che crescono nei prati, nei campi, negli incolti e nei boschi, che addirittura vengono considerate infestanti dei campi coltivati e quindi vengono diserbate, strappate e gettate.

“Andare per erbe” ci consente di riavvicinarsi alla natura e di guardare con occhio diverso e meno distratto gli habitat che ci circondano, inoltre è occasione di ritrovare sapori speciali ben lontani da quelli a cui ci vorrebbero abituare le grandi industrie alimentari. E’ vero che oggi non abbiamo più bisogno di raccogliere le erbe per sopravvivere, ma è tuttora presente, in ognuno di noi, il piacere di procurarsi qualcosa di “naturale”. Cicorie, papaveri, crespigni, tarassaco, pimpinella, oggi sono ottimi ingredienti per minestre, frittate, risotti, insalate, utili per una sana e gustosa alimentazione. Il consumo di queste erbe, da al palato sensazioni arcaiche oggi dimenticate.

 

 

CRESPIGNO
Nel nostro Paese esistono altre 2 specie appartenenti alla stessa famiglia:  il crespigno sfrangiato (Sonchus tenerrimus) e il crespigno dei prati (Sonchus arvensis), commestibili ma meno gustose. Altre piante somigliano molto al crespigno, ad esempio il tarassaco.

In effetti,nel vastese “lu cascigne” propriamente detto è il Crespigno spinoso, molto utilizzato in cucina(dagli intenditori) sia crudo che cotto. E’ facilmente distinguibile per essere appunto spinoso anche quando tenero. Cresce abbondante soprattutto negli uliveti che, se non trattati con sostanze chimiche, rappresentano il luogo ideale dove cercare e raccogliere questa e numerose altre erbe commestibili spontanee. La spinosità non deve scoraggiarne il consumo perché le giovani piante sono particolarmente gustose e ricche di preziosi sali minerali.

Purtroppo al giorno d’oggi la maggioranza delle persone è costretta a consumare solo verdure, frutta e ortaggi acquistati nei supermercati, molto più poveri di vitamine e sostanze minerali. Addirittura gli esperti consigliano di evitare abbuffate di erbe spontanee perché il nostro organismo non è più capace di assimilare la loro grande quantità di nutrienti! Consigliamo, pertanto, di consumare gradualmente e in modo crescente queste verdure che, assieme ad uno stile di vita sano ed equilibrato possono contribuire a migliorare il nostro benessere psico-fisico.

Perché le erbe spontanee sono così ricche di vitamine e sali minerali?

Semplicemente perché crescono nel luogo e nel tempo giusto! Quando cioè la fertilità del terreno, i nutrienti, l’umidità, le temperature e l’irraggiamento solare sono ottimali allo sviluppo spontaneo di ciascuna specie, senza…forzature come avviene per le colture agricole.

Proprietà ed utilizzi: ottima pianta commestibile, allo stato giovanile, cruda in insalata, mista ad altre erbe di campo, oppure lessata, usata quale contorno, condita con olio e limone o passata in padella. Davvero squisite la frittata, la zuppa di cascione e fagioli e la “Misticanza“, un piatto di verdure di campo miste in uso soprattutto nel teramano.
Questa pianta veniva impiegata in erboristeria per le sue proprietà depurative, diuretiche, epatodetossicanti e sopratutto per la sua azione coleretica (stimolante la bile), ma oggi quasi completamente trascurata. La radice si usava, tostata, come surrogato per il caffè, come la cicoria.

Crespigni in padella. Ingredienti: 400 gr di getti e foglie tenere di crespigno, un bicchiere di vino bianco amabile, foglie di aglio selvatico o porro selvatico, olio extra vergine d’oliva e sale. Vanno scottati in poca acqua salata, scolata e ben strizzata. Mettete in una padella il vino e l’aglio o il porro tagliato minutamente. Dopo aver lasciato bollire per cinque minuti il vino aggiungete il crespigno e continuate a far cuocere fino alla completa evaporazione del liquido. Servite dopo aver condito con olio crudo.

Etimologia: il nome del genere deriva dal greco sonchus = molle, spugnoso, per la caratteristica del fusto fistoloso e debole, mentre il nome delle specie oleraceus di origine latina, è formato dalla radice oler = verdura e dall’aggettivo suffisso per nomi aceus= simile a, ossia simile a verdura da orto. Il nome asper, significa ruvido,

Etimologia del termine dialettale: secondo A. Manzi (Flora popolare d’Abruzzo) il termine cascigne o cascigno deriva dal latino caseolus, ad indicare il fatto che spesso accompagnava il pasto con pane e casce (il formaggio) tipico dei pastori oppure per via del lattice bianco che sgorga dai fusti recisi. Nel Teramano la specie è conosciuta con i termini scrippigno, scrippigne, scrippegne o scrippigni. Gli inglesi hanno dato ai grespini il nome di sow-thistles, cioè “cardi di scrofa”, perché particolarmente amati dai maiali.

Descrizione del Crespigno spinoso: pianta annuale, alta fino ad 1 m, con fusto cavo e ramificato Foglie molli, grassette, glabre, glaucescenti, grossolanamente lobato-partite con lobi a margine finemente dentato. I fiori, di colore giallo, sono riuniti in capolini disposti in cime corimbiformi. I frutti sono acheni oblunghi con 3 coste longitudinali munite di spine. Fiorisce da Febbraio a Dicembre.

Habitat: è specie comune in tutto il territorio italiano, in alcune regioni è presente quasi tutto l’anno, ad esclusione dei mesi più freddi. Cresce in prossimità di coltivi, nei terreni ruderali, negli uliveti, nelle vigne, lungo i cigli delle strade, in mezzo alle aiuole spartitraffico, è presente anche nei centri abitati tra le fessure dei marciapiedi o accanto a vecchi muri. (Da 0 a 1700 m).

Curiosità: specie conosciuta fin dall’antichità, il nome risale a Teofrasto ( III e II secolo avanti Cristo ). Plinio il Vecchio ci tramanda che Teseo prima di inoltrarsi nel labirinto per uccidere il Minotauro si nutrì con un bel piatto di grespino comune.

IMPORTANTE: consumate le piante solo se siete assolutamente sicuri della specie a cui appartiene. Raccogliete le piante destinate al consumo umano lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

Portulaca: l’erbaccia infestante ricca di Omega 3

La Portulaca oleracea è molto presente nei giardini e campi italiani: arricchisce insalate, minestre ma anche i piatti più semplici

Parliamo della Portulaca oleracea, detta anche Erba grassa o Porcellana comune, molto presente nei giardini e nei campi italiani. Da un lato considerata un’erba infestantenelle coltivazioni, dall’altro è apprezzata per le sue proprietà benefiche e per i molteplici usi in cucina. Nonostante oggi sia poco considerata sia dal punto di vista alimentare che da quello salutistico, la storia di questa pianta – e i suoi usi – ci fanno risalire molto indietro nel tempo: già nell’antico Egitto, infatti, veniva usata come medicinale, mentre nel Medioevo è apparsa anche in tavola. Facciamo un salto in un’epoca ben più recente: nella prima metà del Novecento, nel Sud Italia la Portulaca era tra gli ingredienti più usati nella “cucina povera”. Inoltre, era considerata preziosa per le proprietà antiscorbutiche dagli equipaggi delle navi. Oggi la si ritrova diffusa in tutta la Penisola e anche nelle isole, praticamente a tutte le altitudini. È bene tenere presente che esistono varietà diverse di questa pianta, alcune utilizzate semplicemente a scopo ornamentale grazie ai suoi fiori colorati e molto belli e altre, invece, adatte alla consumazione. Teniamo presente che, in quest’ultimo caso, tutte le parti della pianta sono commestibili: sia i fiori, sia i semi, sia i fusti.

Proprietà

Nella Portulaca c’è una quota molto alta di omega 3, cosa che la rende il vegetale più ricco di questa sostanza. Di conseguenza, è molto utile per ridurre i livelli di colesterolo cattivo, è un anti infiammatorio naturale, aiuta lo sviluppo cerebrale e il rafforzamento del sistema immunitario, rallenta l’invecchiamento della pelleed è amico del sistema cardiocircolatorio. Ha ottime quantità di potassio(494 mg su 100 g) e di magnesio ( 68 mg per 100g). Nella Portulaca c’è anche una buona quantità di vitamina C. Pertanto vegani e vegetariani, o semplicemente chi non ama il pesce, può mangiare questa pianta, ricevendo ugualmente la quantità di omega 3 necessaria per la salute del nostro organismo.

Come utilizzare la Portulaca in cucina: ricette

La Portulaca ha foglie e steli succosi dal sapore delicato, leggermente dolce e molto gradevole. Come già detto, tutte le parti della pianta sono commestibili: in cucina possiamo utilizzare le foglie e i rami più teneri, questi ultimi usati prevalentemente crudi.

Ma come mangiare la Portulaca? Cruda in aggiunta alle insalate oppure in estratti e centrifughe assieme ad altra frutta e verdura, cotta nelle zuppe, nelle minestre o perfino facendone una crema spalmabileda consumare sul pane o per condire primi piatti. È molto saporita anche in un semplicissimo piatto di pasta ripiena con panna vegetale, dove la Portulaca diventa quasi l’ingrediente fondamentale: va tritata e aggiunta alla panna, prima di versare la pasta. Si può usare anche in una frittata, mentre per i vegani il consiglio è quello di aggiungere la Portulaca a pomodori, una pannocchia sgranata, olive taggiasche e nocciole per una squisita insalata. La si può friggere in pastella o consumare cotta, come contorno, saltata in padella e condita solo con olio e limone. E, a proposito di insalate, in Calabria è tipico mangiarla insieme a sedano e aceto. In altre zone dell’Italia, inoltre, le foglie e i rametti più teneri vengono conservati sotto aceto o in salamoia, per poi essere impiegati a proprio piacimento per antipasti e contorni. In Francia, invece, è molto diffuso il suo utilizzo nelle salse o per preparare burri aromatici. I semi della Portulacapossono essere macinati e aggiunti a pane, creme e salse per renderli ancor più saporiti.

L’aglio delle vigne o pippolino (Allium vineale L.), della famiglia delle Liliacee/Amaryllidaceae, è una piantina bulbosa di alcuni centimetri d’altezza. Il bulbo non è rizomatoso; le foglie sono cilindriche, scanalate, oppure fistolose. Hanno una struttura “cerosa”.
Sullo scapo florale, che è foglioso fino a metà, si presenta un’ombrella irregolare portante fiori rosa o biancastri.
I petali sono lisci, gli stami sporgono. Il bulbo presenta spesso dei bulbilli.

Fiorisce verso giugno e si raccoglie alla fine dell’estate, quando il bulbo è più turgido e può essere conservato e mangiato durante il periodo invernale.
Questa piantina è molto comune nelle vigne (ecco il perché del nome vineale) e si presenta spesso in ampie famiglie (gregario).
Vicino alle piante più sviluppate e da raccogliere si presentano piantine più deboli che, per la fitta produzione, non potranno divenire adulte: è meglio divellerle e ripiantarle lontano per favorire le successive raccolte.
Lasciare sempre degli esemplari per la riproduzione.

I contenuti e gli usi fitoterapici sono gli stessi dell’aglio comune o dell’aglio orsino.
Può essere impiegato fresco per combattere dolori reumatici, catarro bronchiale, vermi, ascessi; si propone inoltre come regolatore del ritmo cardiaco.

Pianta invasiva, è resistente ai pesticidi.





 

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